Poesie-Teatro

07.06.2013 17:23

"Domani, narcotizzato, sorriderò"

Beda

E' sempre molto bello ricevere un libro ed è ancora più bello quando si tratta di uno valido.

Edito da GDS, L'abisso è alle porte è una silloge del Dicembre 2012.

Di Beda, l'autore, mi ha colpito molto la capacità e la semplicità dell'esposizione. Parla al suo dolore attraverso i versi delle sue poesie, dialoga con se stesso e la parte più recondita dell'io. Crea figure che riescono perfettamente a far comprendere lo stato d'animo di chi scrive.

"Vivo mediocre, sognando di non risvegliarmi,

in un maremoto di secche foglie gialle e rosse."

E' un animo piangente, quello che si intreccia con le parole di Beda e tutti i suoi "mormorii grezzi" risaltano arrivando al cuore. Leggendo, io ho percepito in maniera molto forte e diretta la frustrazione che ha probabilmente dato l'ispirazione per il titolo, l'abisso è alle porte.

Ma non bisogna credere che sia una poesia della devastazione, bisogna leggere Beda per comprendere come l'amore possa inzuppare tutti gli angoli della vita dell'essere umano, come possa esserne fattore vitale e fattore di infelicità.

"E dentro tutto è malato muto.

Respirare non basta per dire vivere."

Questa silloge però meritava di più. Secondo me meritava una copertina più bella e una maggiore attenzione all'editing e alla scelta delle poesie, poichè credo che alcune possano stridere con il generale senso che si vuole trasmettere.

Ringrazio Beda soprattutto per le righe che ha scritto e che hanno accompagnato questa silloge, righe scritte a mano su un foglio che solo per l'inchiostro prende vita.

"Ora dormo strofinandomi del tuo ricordo"

S.

 

25.04.2013 22:24

"Ustionata dal profumo della vita ho bruciato come un arbusto"

Nella collana Sedici per Sedici, diretta dalla scrittrice Milena Milani, trovo il nome di Liuba Cardaci e della sua silloge "Spara Spara Spara". La poesia è sempre difficile da recensire se non altro per l'introspezione che è necessario operare quando la si legge ma in questo caso l'autrice è abile a trasmettere il messaggio.

La raccolta di Liuba è l'esempio di una poesia dal sapore contemporaneo. Il suo linguaggio è diretto e complice dell'idea che l'autrice ha del mondo. Ecco allora che si presentano le donne, la poesia stessa, la solitudine, il senso del riscatto e i semplici desideri dei bambini.

"E mi riempio la bocca

mastico parole

stanche d'ogni passione

logore e sporche

d'ogni significato

Levigato il profumo della notte

si fa come il sapore del tempo" (Ulisse, pg24)

La poesia diventa sinestesia, ricovero dei sensi. Attraverso le parole possiamo evocare tutte le sensazioni, possiamo levigare i profumi e dare sapore al tempo, così da liberare il senso dalla rigidità del significato dei vocaboli.

A fare da specchio ai componimenti troviamo le tele di Pierantonio Mach di Palmstein (1947-2012) che, nelle loro pennellate dirette e imperfette, ci aiutano a comprendere quanto la vita sia mutevole e bizzarra.

Spara Spara Spara diventa un monito per la liberazione dell'anima.

Buona Lettura

Sarah Iles

 

 

27.02.2013 17:09


Manuele Gianfrancesco

 

"Non riuscivo a capire

come si poteva calcolare

la geometria asimmetrica

del tuo cuore quadrato"

"Il veliero di Chiara" è la raccolta di pensieri e poesie di Manuele Gianfrancesco, giovane talentuoso italiano, che si definisce: ingenuo romantico, con una visione poco pratica e materiale della vita.

A 21 anni è difficile trovare una mente così fresca eppur concentrata sul viaggio poetico e secondo me dalla sua penna potrebbe venir fuori un bel romanzo d'amore e ossessione.

"In questa sedia

di carbone duro

che brucia la carne

nuda e la pelle

che non è mia,

scrivo

versi stucchevoli e malandati"

Metodico in alcuni punti, leggero in altri. Manuele ci regala una nuova poesia, che ha il sapore del linguaggio dei giovani. Per questo spesso abbandona la poesia, propriamente detta, per approdare in direzione di pensieri sparsi, o usa le parole in modo anomalo, magari senza staccarle per ricreare a parte la figura narrata.

Credo che sia anche la forma visiva che meglio ci fa notare il suo linguaggio attuale, ai bordi della sociomedialità.

"Chiara,

quante volte non ti avrei

detto che ti amavo?

Ma io te l’avrei detto pure

Centomilionidianni"

 

Ho adorato tutti i picchi di fantasia e la creazione di figure, donne, paesaggi, sentimenti attraverso spunti metaforici delicati e dolci.

Il Veliero di Chiara si legge in un soffio e credo possa essere definito una silloge Young Adult, perchè tipico di questa fascia di età, perchè può far tremare i cuori e nello stesso tempo pizzicarli in istantanee di languori giovanili.

Il mio consiglio per il prossimo libro: non usare le parentesi e mettere i pensieri in una forma letteraria diversa per renderli differenti dalle poesie.

S.

 

21.01.2013 18:28

Pietro Baratta

Ho riflettuto a lungo su questa silloge e sul darne una recensione o  meno.

L'autore stesso si è proposto, come altri del resto, e quindi  mi sento obbligata a dire la mia.

La poesia vive sicuramente un periodo non felice, "non vende" , ha lettori di nicchia e in numero infimo.

Purtroppo, perchè io amo moltissimo la poesia e sono convinta che ci siano delle realtà, in Italia, che possano funzionare, come quelle degli emergenti Vincenzo Monfregola e MissMilky, due stili diversi ma veramente particolari.

In questa più ampia visione emergere e diversificarsi, o più semplicemente non essere banali, diventa una sfida.

Il tentativo di Pietro Baratta, a mio avviso, purtroppo rimane uno tra i tanti. Non ci vedo una poesia con uno stile preciso, riconoscibile e fluido.

Scrivere poesie è un compito complesso ancor più che scrivere un racconto. Sono consapevole che non debba esserci omologazione alcuna ma è bene che si comprenda quanto sia difficile. Bisognerebbe, a volte, farsi dirigere, farsi aiutare, confrontarsi nei componimenti, capire che bisogna avere un vocabolario ampio e non gestire le poesie con l'uso di poche parole.

La poesia deve creare la suggestione in chi legge, deve deviare il sentire verso ciò che ha scritto l'autore.

Io non ho visto/sentito questo nella silloge di Pietro Baratta: mi sembrano componimenti troppo acerbi.

(Inoltre la scelta della copertina, che è un modo per attrarre il lettore, non è a mio avviso pertinente, sembra più una quarta di copertina.)

S.

 

06.11.2012 17:52

 

Rimane sempre il mio preferito in assoluto. La mente fresca e astuta di Shakespeare mi fa desiderare spesso di avere un intelletto così brillante.

Molto rumore per nulla è la seconda tragicommedia, così mi piace definirla più che commedia romantica, che ho letto.

Devo subito confessare che avevo prima visto il film e la cosa mi preoccupava alquanto.

Lo stupore è stato invece verificare che mi sono divertita tantissimo in questa lettura.

Intanto la scena si svolge in quel di Sicilia ovvero Messina e i caratteri prendono nomi tipicamente italiani.

E' una commedia alla ricerca della risata, dietro l'angolo c'è sempre il paradosso shakespiriano: amore si amore no, turbolenze e rincorse.

Ho sempre trovato molto attuali le commedia di W. S. e questa è molto frizzante.

Vi leggo:

Claudio: Il silenzio è l'araldo più perfetto della gioia; la mia felicità sarebbe ben poca se potessi dire quanto è grande.

Questa è a mio avviso la frase che racchiude il contrario del titolo "molto rumore per nulla", in queste pagine troppe persone parlano e parlano troppo quando invece dovrebbero agire "...tutti gli uomini sanno dare conforto al dolore che non provano". L'amore è raggirato dagli stessi personaggi sempre attraverso l'uso della morte apparente come piace molto all'autore. Il trionfo è però inevitabile. L'amore vince qualsiasi epitaffio l'uomo possa scrivere.

E' una bella lettura estiva, non per nulla pesante e per chi pensa che sia scritto in qualcosa di "arcaico" vi sbagliate. Le traduzioni sono ottime, se acquistate le edizioni mondadori (le migliori per me) e lo stile vi coinvolgerà.

Buona lettura

Sarah Iles

 

06.11.2012 17:34

uomini miei

 

 

Ho imparato a conoscere La vera Alda Merini attraverso i suoi racconti. Le sue paure e la sua felicità sono così brevi eppur intense e legate che a volte è difficile comprendere che siano per lei sentimenti diversi che non si incontrano. Uomini miei, è la viva considerazione di una donna travolta dai piccoli controversi eventi della sua vita che spesso l'hanno imbavagliata dentro una camera sterile.

Di Alda Merini mi piace pensare che sia una donna, definita e considerata "folle", che ha ( anche se non c'è più) un'anima che trascende tutte le considerazioni umane possibili. Mi chiedo come può chi è "valorizzato" come squilibrato avere una finezza di pensiero come quella di Alda. Il libro è fresco e si legge tutto d'un fiato. Alcune cose mi sono rimaste dentro come queste righe che vi segno:

E' così diseguale la mia vita

da quello che vorrei sapere.

Eppure, al di là di ogni immondizia e sutura,

c'è la grande speranza

che il tempo redima i folli

e l'amore spazzi via ogni cosa

e lasci inaspettatamente viva

una rima baciata.

(pg. 128)

Ed. Frassinelli, 2005

Sarah Iles

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

L'intervista

04.04.2013 10:53
Dietro la scia del successo di "What's left of me", che in Italia conosciamo come "Hybrid", Kat Zhang si dedica alla stesura dell'intera trilogia. Kat è giovanissima e ha iniziato a scrivere fin dalla tenera età.  Ha sentito, dice, di dover scrivere qualcosa che potesse rispecchiare il...
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