L'ultima riga delle favole
Massimo Gramellini.
Ho comprato “L’ultima riga delle favole” ad Aprile 2012 quando ormai aveva raggiunto le vette dell'Olimpo.
Io direi che da lì si può solo cadere.
Il titolo è evocativo di un finale positivo e lieto, per questo ho avuto l’interesse a comprendere come un autore lo potesse sfruttare nella vita quotidiana.
Non v'è dubbio sul fatto che Gramellini sappia il fatto suo e sappia cosa scrivere e come scrivere.
Si capisce subito che non ci si trova di fronte ad un novellino. Ma questo non è il punto poiché amo scrivere delle recensioni che vanno oltre il "come si scrive". Non so nemmeno se riuscirei a giudicare un libro soltanto da come è scritto, sono ovviamente i contenuti che lo rendono "leggibile".
A quanto pare è un libro che ha diviso molto la critica dei blogger, dei critici e dei lettori, alcuni pollice su altri pollice giù.
E io? Boh forse ci devo riflettere ancora un po’!
All'inizio l'ho letto con le migliori intenzioni e sono arrivata a 180 pagine in due giorni, poi...una volta che ho capito dove andava a parare mi sono stufata di leggere la solita solfa.
Sono molto belle le frasi leggiadre e il più delle volte stucchevoli ma poi...manca il mordente, forse se avesse scritto un trattato pseudo filosofico sull'esistenza e l'anima avrebbe reso di più.
Quando l’ho acquistato aveva la tipica fascetta da best seller : "Oltre 250.000 copie vendute e più di 40 settimane nella classifica dei best sellers,
mi chiedo
“o in Italia non sappiamo che leggere o abbiamo bisogno di uno che coccoli la nostra mente e il nostro cuore”.
Per me non è un best seller, o almeno non avrebbe dovuto diventarlo.
Il protagonista in un momento difficile della sua vita vive un’esperienza, che definirei extracorporea, e la vive intensamente.
In un mondo parallelo, creato da Gramellini alla stregua di un Dante contemporaneo, gli uomini attraversano o rivedono le fasi della loro vita già vissuta per poter capire i loro errori e rimediare nella vita futura. L’idea in se non è né sbagliata né geniale né, direi, la prima del suo genere. Alcune pene e alcuni ostacoli da superare saranno in grado di far comprendere che la vita è un dono e che, in quanto una e sola, va vissuta nel modo migliore.
Allora perché è un best sellers?
La cosa che mi ha sdegnato di più sono i rac-canti, come li chiama Gramellini, filastrocche senza senso, per me, che troviamo verso la fine del libro. Attraverso questo canto raccontato, o racconto cantato come dir si voglia, dovremmo trovare delle spiegazioni sul come vivere. Io non le ho sopportate e a fatica, per amore della storia, le ho lette.
Segnalo però alcune belle frasi che l'autore sa creare con sapienza: "L'amore è una meta che si raggiunge in due, a condizione di aver trovato la strada da soli".
Tipica velina da Baci Perugina. Ehilà, c'è nessuno della Perugina? Gramellini è per gli aforismi!
Vi consiglio prima di fare l'acquisto di leggere alcune recensioni, vi indirizzo a quelle del sito della Feltrinelli.
Buona Lettura
Sarah Iles
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Scrittrice per ArteMuse Editore
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