Ferdinando de Blasio

12.12.2012 00:50

Oggi vi presento un autore frizzante e fuori dagli schemi. Una scoperta. Una penna da delirio.

Divertente e intollerante all'ottusità.

Ha pubblicato Ali di ruggine, scrive nel suo blog e nella sua pg Fb (chi non lo fa) e si diletta a scrivere opere in the Incipit. Ah, dimenticavo... scrive manuali di sopravvivenza!!!

Dalla presentazione del suo blog traggo la cosiddetta vita:

Ferdinando de  Blasio di Palizzi: nasce a Torino, nel giugno dell’88. Impara a parlare prestissimo, forse troppo. Parla, parla, parla finchè non lo iscrivono alle elementari, dove scopre un nuovo modo di esprimersi: la scrittura. Così nasce la passione che lo accompagnerà sempre, attraverso il liceo classico D’Azeglio fino alla facoltà di giurisprudenza, dove tuttora si sforza di passare gli esami.
E’ attore dilettante, scrittore aspirante, animatore intermittente, capo scout rassegnato.

-Ne "il drago di carta" leggo l'importanza di un buon incipit, allora comincia bene. Rivelaci un incipit di un libro che hai letto e che ti è piaciuto e poi confrontalo con uno osceno.
Si dice che una buona stretta di mano incida molto sull’impressione che facciamo a uno sconosciuto.
L’incipit è la stretta di mano dell’autore: se è buona, probabilmente, ti farà venir voglia di approfondire la conoscenza o in questo caso, la lettura. Starà poi allo scrittore dimostrare d’essere un buon conversatore fino alla fine.
Tra gli incipit che preferisco, c’è quello di “Saltatempo” di Stefano Benni, in assoluto uno di miei libri (e uno dei miei autori) preferiti. Lo riporto:
 

“Quand’ero molto piccolo ho visto un Dio. Scarpagnavo verso la Bisacconi. Scarpagnare vuole dire camminare a saltelli per via del dislivello, io abitavo in montagna, la scuola era in basso. Si scarpagna senza pause, con l’inerzia della discesa che impedisce di fermarsi, un continuo scuotimento nei giovani marroni e un piccolo ansito nei polmoncini. Le Bisacconi sono le scuole elementari del paese, un cubo giallo vomito dentro un giardino di erbacce barbare, e devono il loro nome a un uomo di nome Lutilio Bisacconi ricordato per essere morto sull’uscio di casa, ucciso dal cugino fascista.
Sulla lapide infatti c’è scritto:
Lutilio Bisacconi, caduto”

 
C’è tutto: movimento, leggerezza, diversione ed umorismo, ma soprattutto fantasia e sorpresa.
Come fosse la cosa più normale del mondo, l’autore s’avvicina, tende la mano e dice: “piacere sono Stefano, quand’ero piccolo ho visto un Dio. Se hai un attimo ti racconto…”
E tu sei lì, con la mano nella sua, che hai un po’ paura per via di quei capelli da pazzo, ma diavolo, hai una voglia matta di sapere come, quando e cosa ha visto.
Questo è un buon incipit.
Di incipit cattivi sicuramente ne ho trovati, ma credo sia per questo che adesso non ne ricordo nemmeno uno.

- Conoscendoti, attraverso quello che scrivi, hai un animo pieno di fantasia e humor. Il primo libro edito invece mi sembra che sia di uno spessore diverso. Raccontacelo.

Non è molto diverso, in realtà.
In tutti i miei racconti cerco sempre di far arrivare al lettore un messaggio (se no che scrivo a fare?) piccolo o grande che sia.
Ali di Ruggine non fa eccezione. È una “favola” della Resistenza perché è semplice, chiara, diretta, vincolata al reale non più di quanto lo sia ai sogni.
Quanto a fantasia e humor, sono elementi che fanno parte del mio modo di essere e di scrivere, fanno parte, per così dire, della mia “stretta di mano”. È dunque inevitabile incontrarli anche qui.
Senza contare che conosco solo due modi per giungere al cuore delle persone: farle mangiare bene e farle ridere.
Ma non posso cucinare per tutti i miei lettori…

- Quale è la favola che preferisci?

Da piccolo adoravo i tre porcellini. Tifavo per il lupo.

- Ho letto il tuo manuale di sopravvivenza in Castelli Stregati e sono rimasta stregata dalla semplicità, dalla chiarezza e dalle risate che mi sono fatta. E' questo il tuo approccio alla vita? Farne una analisi  dei punti di forza e di debolezza e andare avanti? Come vive o sopravvive un guerriero che ha a che fare con il drago di carta?
Il mio approccio alla vita, ora che ci penso, forse si può leggere davvero tra le righe di questa operetta tutta comica: stare sempre pronti e non preoccuparsi troppo se a un certo punto la luce viene a mancare.
Quanto al Drago di Carta, è una bestia splendida e affascinante, terribile a volte. Ma è anche un ottimo compagno: uno di quei rivali verso cui non si nutre odio ma rispetto, con il quale il confronto, che si vinca o si perda, ti lascia sempre qualcosa.
Fosse anche solo una frattura scomposta dell’omero.

- "Se spremi un'arancia" è una delicata poesia che si lega alla tristezza che molti, tra cui noi italiani, vivono oggi. Siamo proprio così, arance da "macello"?

Ho scritto quelle righe di getto, effettivamente pensando a ciò che sta succedendo al paese che amo. Ma rileggendole una volta in più ho appurato con dispiacere che, ora come ora, calzano a tutta l’umanità.

- Facciamo un po’ di sano gossip. Dove sei? Cosa fai? Cosa stai scrivendo

In questo momento mi trovo in Erasmus in Spagna, precisamente ad Albacete, nella regione della Mancia (per intenderci, la patria del “don Quijote”). Qui, oltre ad apprendere la lingua, tento di portare a casa gli esami che mi separano dalla laurea in giurisprudenza. A parte questo, essendo l’Erasmus una delle esperienze di vita più intense che possano capitare a un giovane sognatore, faccio tesoro di tutto ciò che posso. Il cervello si nutre anche di questo: la mia scrittura ne sarà influenzata.

E no, non sto parlando di alcool!


- Dopo che hai lasciato questo su fb: Posseggo l'abilità innata di dire cose ovvie ma anche no, adesso devi dire qualcosa di ovvio e qualcosa di non ovvio.

Non ci sono più le mezze stagioni.
Al loro posto potete trovare dei pratici quarti di stagione, che con la maionese sono ottimi.


- Ci sono ribollii nella pancia del drago di carta? A cosa stai lavorando?

Sto lavorando a troppe cose contemporaneamente: in ballo potrebbe esserci una raccolta di racconti che ha dell’assurdo e forse un secondo romanzo. Ma le idee fioccano, il tempo è poco e io non riesco a metterle tutte nero su bianco.
Insomma, sono sotto stimolo continuo, ma ho finito la carta.
Chi ha orecchie per intendere, intenda!

- Salutaci!!!!
Che dire di più?
Quando mi hai chiesto se potevi intervistarmi, ho avuto un attimo di smarrimento: solitamente a farlo sono quelli delle compagnie telefoniche, interessate più a quello che spendo che a quello che scrivo.
Quindi sono molto contento che abbia deciso di dedicare uno spazio proprio a me, che faccio ancora fatica a pensarmi “scrittore”.

E ora che siamo al termine dimmi, che tariffa telefonica volevi propormi?

 

Grazie per il tempo dedicato. In bocca al Drago!!

Sarah

ps: per la tariffa pensavo a uno smartphone+infinity, solo 500 euro di anticipo e comode rate da 1000 euro a settimana? Ma non preoccuparti le chiamate sono gratis!!!

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

L'intervista

27.07.2012 14:31
  In poche righe la storia di un autore emergente in selfpublishing conosciuto grazie alla community Ilmiolibro.it.   Giovane e acuto ci propone la sua vita in quel di Milano e la sua passione per la scrittura. Ciao Simone, ci fai un piccolo excursus della tua vita? Ciao a...
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