A passi rapidi
Sergio Cataldi
"Ho voglia di camminare per strada.
A piedi.
Di incrociare la gente e non notarla neanche.
Perso nei miei pensieri.
Voglio che il mondo mi sia invisibile.
Mentre lo percorro.
Voglio che il mio odio possa trasparire.
Dal buio dei miei occhi.
E dal nero dei miei indumenti."
Ipnotizzata dal testo. Succede nelle melodie, succede per il rumore delle onde che si infrangono e succede per il romanzo di Sergio Cataldi.
Edito da Navarra Editore nel 2010, A passi rapidi, è il romanzo d'esordio del giovane palermitano.
Immaginate di vivere la vostra vita in un acquario in cui al posto dell'acqua ci sia musica, la vostra musica preferita che vi accompagna e vi difende dal mondo, da lì guardate il mondo. Il romanzo scorre come le dita sulle corde di una chitarra elettrica. Un visionario percorso fatto di testi, rivisitazioni, luoghi bui e destino dal volto rigato dalle beffe. Come un Boudelaire dal giubotto di pelle nera Sergio Cataldi ci catapulta dentro il suo io impaziente.
Il libro apparecchia per un mondo notturno e contrario a tutto, fatto di droga, fumo e nulla più. Una vita in bilico.
Quando sfogli il libro ti rendi conto di non essere davanti ad una convenzione, è questo il motivo per cui l'ho scelto. E' stato un viaggio noir bellissmo dentro un animo seducente.
L'impostazione del testo ti riporta subito ai testi delle canzoni e le parole di Sergio suonano nella mente come canzoni fresche. La punteggiatura è singolare. Inizialmente può scompensare la lettura e invece poi la rendono per quella che è. Ogni riga ha il suo senso e può essere un mondo a se stante, ha un senso anche se non letta insieme alle altre.
"E' questo il mio inferno.
Detestare il presente.
Viverlo come una condanna.
Nel dubbio dell'innocenza.
E riconoscerlo come un ladro."
Il titolo, A passi rapidi, è il contrario di tutte le note del tempo dell'autore. Più e più volte ripete di muoversi a passi lenti dentro tutto quello che gli succede nel romanzo. Forse è la vita attorno che va a passi rapidi mentre lui, pur nel suo senso nichilista, la assapora e la odia lentamente.
La storia è perfettamente prospettica, l'inzio è il contrario della fine. Lo considero quasi un noir, per l'ambientazione in cui si viene trasportati durante la lettura e per il cuore nero del protagonista. Il libro è denso di sensi, di fatalismo e determinismo ma anche di logiche del riscatto. Forse è la gente che popola il mondo a stare stretta a Sergio.
La terra rimane un paradiso di cui apprezzare i cambiamenti, i cicli e i fenomeni.
Anche per chi si sente perduto ci può essere redenzione.
"- Ho scelto di amare ancora la notte.
- Perchè come te non riesco ad apprezzare...
- ... alcun mattino...
- ...senza aver vissuto prima l'alba."
Leggete la poesia che si nasconde dietro e dentro le parole di Sergio Cataldi.
Buona Lettura
Sarah
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Scrittrice per ArteMuse Editore
D & M Gruppo editoriale