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AA.VV. Free download Mezzotints ebook
Un vecchio detto dalle mie parti dice “Nel mare non v’è taverna”, per sottolineare come il mare sia uno di quei posti al mondo dove l’uomo ha esplorato poco e poco profondamente, così da risultare ancora un luogo poco sicuro. Il richiamo suggestivo di questo liquido incolore è da sempre fonte di paure e scenari apocalittici che vedono scheletri che risorgono dentro navi in cocci o animali leggendari che tornano dagli abissi. Mezzotints ebook mette insieme un cast di eccellenze nazionali ed internazionali per riportare in vita i segreti di una nave lussuosa scomparsa il secolo scorso.
Devo dire che ero un pò scettica sia sull’argomento, su cui anche la mia amata serie Xfiles ha realizzato una puntatona, sia sull’idea di farne una antologia: ma non c’è cosa più bella di essere smentiti e colti di sorpresa. Una menzione deve essere data alla casa editrice che ha saputo dare una forte linearità al lavoro, dalla scelta dei racconti all’ idea di fondo che non viene mai mortificata. Ahimè l’occhio vigile urge un appunto che faccio alla disattenzione che ho trovato nell’editing e nella impaginazione, perchè ci sono refusi che potevano essere evitati con una lettura in più, credo.
Spesso mi capita di leggere antologie che alla fine sfiorano la banalità o che comprendono racconti tutti troppo simili tra loro: non è il caso di “Queen Anne’s Resurrection”.
I demoni del mare esistono e sono declinati perfettamente nelle visioni degli autori.
La simbologia è forte. Il mare, il cielo, l’acqua, e dunque la vita, la forza e la distruzione che si contestualizzano in macroscenari immaginari. Creature mollicce, o dotate di tentacoli o solo la suggestione dell’ignoto attraggono la lettura.
Mi piace pensare che dietro ad ogni racconto ci sia l’idea del viaggio fuori e dentro di se.
E’ una antologia che, per gli amanti del genere e non, vorresti leggere e rileggere per trovare nuove trame, nuove paure, nuove emozioni.
Allyson Bird ci porterà in viaggio verso una nuova vita; Tim Waggoner ci farà superare le nostre paure attraverso l’oggetto della paura; l’esile corpo di una donna potrà vendicarsi di pirati dai denti gialli solo con la semplicità delle parole e Barbanera potrà difendere il suo rum da una creatura succhiasangue semitrasparente. Nulla è lasciato al caso.
Mi è sembrato di sentire gli scricchiolii di una nave che si fa spazio nella nebbia, ho sentito tra i denti il sapore ferroso del sangue misto alle bevande dei pirati, sono fuggita su una piccola barca a remi e sono diventata un fantasma del faro che perseguita il suo custode. Non c’è nulla di meglio che sentirsi dentro ad un racconto.
Buona lettura
Trovate la mia recensione, la trama e le specifiche del libro nel blog di Scrittevolmente, a cui collaboro!!!
S.
Jeanette Winterson
"L'amore è quella cosa crudele che ci trascina di colpo alle porte del Paradiso solo per ricordarci che sono sbarrate per sempre"
Rileggere questo libro è stato una nuova scoperta. Mi ha lasciato un senso di speranza nella ciclicità del mondo.
J. Winterson è visionaria almeno quanto lo sono Borges e Collodi, e tenta in questa sua opera di creare una fiaba "vera", come se alla fine fossimo costretti a credere a tutto ciò che lei immagina.
Fare un sunto, accennare la trama o scrivere un postilla sarebbe come svelare tutto il libro, che va letto e sviscerato. A tratti sono tornata indietro, a rileggere, credendo di aver perso qualcosa, ma poi ho capito che dovevo solo andare avanti fino alla fine.
Secondo alcuni è solo la storiella bizzarra di una madre strana e del figlio adottivo di cui è innammorata.
E' molto di più. E' una storia politicamente scorretta, grottesca, non fine, dove le donne sputano, quando sono carine, e gli uomini viaggiano, quando non hanno di meglio da fare tra loro.
E' un sogno, una intera allucinazione.
E' un libro intriso del senso del viaggio, dell'andare e del tornare, del coraggio di non voltarsi indietro: Se qualcuno mi pensa, sono ancora libero di andare e venire, dice Jordan, il protagonista. Se l'uomo trova il suo limite nelle fattezze umane, in soccorso avrà sempre la fantasia, il viaggio più bello.
La Winterson scardina il senso del tempo a cui siamo abituati.
Viviamo scandendo il presente, il passato e il futuro. E se invece esistesse solo un tempo? Il presente. Se gli uomini vivessero una vita infinita? La nostra esistenza è realmente fatta di infinite esistenze che si tengono per mano come bambole ritagliate su un foglio anche se, a differenza delle bambole, sono infinite.
Il senso del libro è nella speranza, nella possiblità che in una vita o nell'altra avremo il ruolo corretto e potremo amare: mentre siamo sulla terra coi nostri abiti di piombo, avvertiamo la presenza della persona amata; non è lontana, ma lo è abbastanza perchè non ci sia possibile toccarla.
Non ci sono ruoli precostituiti. Nel presente più lontano potremo incontrare l'amore, quello che ci portiamo dietro in ricordi di una vita lontana che riaffiorano tramite sensazioni, odori, visioni, ricordi, sogni. Forse amiamo veramente solo una persona e siamo condannati a viverle accanto in tutte le nostre vite. In una, o in tutte, non si sa, ci sarà dato di poterla avere e riconoscerla.
"E' meglio ignorare che esplorare l'amore perchè è più facile scoprire le tracce di una bernacla che cercare di seguire le vie del cuore"
Non aspettatevi un libro d'amore, perchè Jeanette Winterson scrive d'amore attraverso tutto il resto.
Buona Lettura
S.
Michele Hauf
Ironico il modo in cui ho scelto questo libro, praticamente al supermercato ne ho preso uno a caso ed era questo. Ammetto la mia ignoranza su "harlequin mondadori", ma comunque qualcosa nella mi testa mi diceva che sapeva di un Harmony, già dalla copertina.
Parte della collana Bluenocturne di settembre 2012, La bara di cristallo si rivela un erotico tra creature fantasy, lupi e vampiri.
La storia per certi versi prende e tiene ma non vi dico quando sono incappata nella parte erotica ed ero in treno!!!Pensavo che potevano leggere nella mia testa quello che stavo a mia volta leggendo. Comunque il libro va bene per una lettura "frugale", per chi ha necessità, come me in quel momento, di leggere qualcosa. Non so dare un giudizio, andrà bene per gli/le amanti del genere, io non ne ricomprerei uno simile!! E' vero comunque che l'autrice ha un modo scorrevole di scrivere e che riesce a fare un parallelo tra il presente e il passato senza far perdere il filo al lettore. Mi è piaciuta molto l'idea della bara di cristallo legata a un vampiro rinchiuso da secoli in un sonno magico; una biancaneve dei vampiri. Non credevo inoltre che potesse reggere una storia erotica tra creature "non umane" invece l'autrice coglie nel segno, crea inoltre delle chicche di diversità rispetto a quanto fino ad ora ho letto sui vampiri.
Vi posto dunque la trama, direttamente dalla pagina Harmony: Nella Parigi di Maria Antonietta, la bellissima vampira Viviane cerca un protettore che la lasci libera di vivere come preferisce, cosa che di certo non accadrebbe se accettasse la proposta di matrimonio del potente Constantin de Salignac. L'unico ad accenderle il sangue è Rhys Hawkes, il bellissimo, affascinante, enigmatico fratello di Constantin. Ma proprio quando la passione travolgente che li unisce sta per trasformarsi in qualcosa di più, l'odio secolare che divide i due uomini condanna Viviane a un destino terribile: trascorrere l'eternità nelle viscere di Parigi, sepolta viva in una bara di vetro. Due secoli dopo Rhys, che non l'ha mai dimenticata, sente raccontare la curiosa leggenda della Biancaneve dei vampiri, e la speranza si riaccende nel suo cuore. Che sia la sua splendida principessa svanita nel nulla, l'altra metà della sua anima immortale?
Sarah
Francesca Napoli
L'urlo del silenzio è l'ossimoro di Francesca Napoli. La dicotomia è la chiave di lettura di questo bel racconto. Bene, male, vita e morte, amore e oblio.
L'inquietante urlo del silenzio ci racconta la vita della giovane e ricca Emily.
L'autrice con dettagliate descrizioni riesce a delineare il personaggio principale, senza essere banale o pesante e riesce, cosa che non è da tutti, a dosare bene la realtà e la fantasia. Da poco ho letto un altro libro di una giovane esordiente che ha cercato in tutto e per tutto di dare una pennellata del tutto italica alla sua opera fantasy, ma secondo me non è riuscita nell'intento, stonava. Francesca Napoli invece ha creato il giusto feeling tra l'aderenza alla realtà e il racconto soprannaturale.
Emily nella sua normalità cerca di sferzare il quotidiano con la sua passione per il mistero e ci riesce. La sua vita, dietro il correre degli eventi, non sarà più la stessa. Occhi che paralizzano, fiducia che si perde, sbarre che terrorizzano e voci nella testa. Relatà o follia? E' sottile la linea che divide il genio o il divino dalla follia ed Emily si perde in questa linea di mezzo per poi comprendere il suo vero ruolo nella vita di ognuno di noi.
Francesca Napoli crea un connubbio tra il racconto di una vita normale e quello di una vita parallela e lo fa facendoci credere che le cose che succedono alla protagonista sono possibili, potrebbero essere reali. Quando un autore riesce a farti capire il suo mondo e portartici dentro, è fatta, vuol dire che scrive bene.
Seguendo il racconto l'autrice posiziona qua e là dei giochini mentali che riescono ad essere compresi, che riescono a stuzzicare la mente e questo è molto piacevole.
Ma il racconto è anche una chiara metafora dei punti cardine della vita, l'amore, l'affetto, la famiglia e di tutto ciò che può distruggerli.
Un chiaro segnale di dare sempre libero spazio alle proprie volontà e di credere in se stessi pervade tutto il racconto fino alla fine.
E' come un vaso di Pandora, il male è ovunque è immanente nella realtà, ma alla fine ai personaggi è consentito di sperare. Il disagio di Emily è la incomprensione, la sua forza è l'amore. L'amore per la vita, per se stessa e per gli altri. In un viaggio nella mente del personaggio ci facciamo cullare dalla capacità espressiva delicata e leggera di una nuova autrice tutta siciliana.
Vi lascio con una frase del suo racconto edito da Butterfly Edizioni.
"Il vuoto del silenzio. Dove l'urlo inquietante della mia vita finita era un'eco senza fine."
Buona Lettura
S.
Colleen Gleason
Quarto della saga, "Il crepuscolo dei vampiri", mi ha attirato nella lettura. Devo dire che è un mix di alcuni clichè già visti in tv o letti qua e là ma la cosa che si può dire di bello all'autrice è che scrive molto bene, con dettaglio e con "movimento" direi. Non ci si stanca mai di leggere o di voler capire... come va a finire, cosa c'è dopo.
Ho trovato la traduzione in italiano ovviamente ottima ma devo dire che, e non ne capisco il motivo, c'è un uso spasmodico della parola -Egli. Quando si legge un testo anche "come" è scritto offre un taglio alla storia, magari un romanzo ambientato nell' '800 potrebbe avere dialoghi con riverenze che nel 2012 non sentiamo più e così via dicendo. Nel testo in questione invece, a parte poche persone, non si utilizza una lingua adeguata al tempo tranne che nella scelta di questa tempesta di "Egli" che mi pare la traduzione bella e pura dell'inglese he/him, ma sappiamo bene che per evitare che il testo stoni possiamo anche utilizzare la forma del "lui" in italiano, per creare più fluidità, o mettere accanto ad -egli -ella, per creare omogenità... cosa che non c'è.
Cmq dopo il mio sfogo grammaticale vorrei dare una recensione positiva al libro e suggerire di non fare come me, ovvero di non cominciare dal quarto episodio, bensì dal primo della saga. L'attrazione maggiore del lettore è intorno alla tresca amorosa a tre della protagonista, Vittoria Gardella e gli spasimanti Sebastian e Max. In questo episodio pare ricomporsi la storia d'amore primaria, che non svelo così la andate a leggere. Ma posso dire che se avete amato la storia di Buffy, vera eroina ispiratrice di questa saga letteraria, vi piacerà anche questa, che potremmo definire un'antenata della serie di Wedon.
C'è tanta passione vampiresca anche tra i semplici umani.
Buona Lettura
Sarah
Laura Pugno.
Ho trovato questo libro un giorno sulla mia scrivania, mia sorella doveva leggerlo per l'università.
L'ho letto anche io spinta dalla curiosità del titolo e dalla seconda di copertina. Ero veramente scettica perchè essendo un romanzo di genere in realtà pensavo che sarebbe stata una bufala. E invece...
Laura Pugno mi ha sorpreso tantissimo. Il libro è di pregio soprattutto perchè raramente si trovano racconti del genere in così poche pagine e così ben scritti. Pare che non manchi niente. La storia sembra una realtà possibile.
Il fulcro del racconto è il cambiamento dell'uomo, la ricerca di un altro posto in cui vivere e la dura ascesa verso la colonizzazione e le barbarie verso il popolo delle sirene. Da che mondo e mondo l'uomo non si è mai smentito e non lo fa nemmeno nel libro della Pugno. E' anche un romanzo sui sentimenti, sulla pietà e la comprensione delle diversità.
La Sirena è la nuova chimera e la nuova fabbrica di soldi e cibo dell'uomo e come tale viene vessata, sfruttata e mangiata. Tutto cambierà con Mia la "mezzoumana" nata dall'unione di un uomo e una sirena.
La caparbietà dell'uomo nella creazione di essere animali più addomesticati possibili viene fuori anche in questo libro.
Come un film frenetico L.P. ci fa arrivare alla fine del libro con l'unico possibile respiro di sollievo per un finale bellissimo.
Nel sito dell'autrice potete trovare alcune pagine in lettura gratuita.
Buona Lettura
S. I.
Lewis Carroll.
A chi una volta nella vita non è capitato di seguire il proprio coniglio bianco?
Magari solo nella fantasia...ma è capitato!!
La mia lettura si è fermata e anche soffermata sul racconto omni-conosciuto "Alice nel Paese delle meraviglie" di Lewis Carroll.
Ho acquistato la pubblicazione di Giunti/Demetra per la collana Acquarelli.
Quasi inutile riferire parole sulla bellezza della fantasia dell'autore, molto più facile è dire che la storiella che è arrivata a noi da bambini è più semplice e comprensibile di quella scritta alla fine dell'ottocento.
Ogni personaggio è una critica all'epoca vittoriana in cui si trovava l'autore, dalla regina di cuori ad Alice stessa, ogni capitolo è una chiara metafora della abile ricerca della libertà dai pregiudizi e dagli "spasmi/modi" della corte inglese dell'epoca. Punti di vista del mondo e della vita completamente ribaltati, l'ignoto , le trasparenze, la follia, il ribaltamento del gioco.
Ciò che mi ha colpito profondamente è l'introduzione di Davide Sala, ormai più noto come sceneggiatore di soap come Vivere o 100vetrine.
Il Sig. Sala fa una profonda analisi della personalità di Carroll, il cui vero nome è Charles Lutwidge Dodgson, e della sua presunta pedofilia. Sala da per scontato che Caroll sia un pedofilo nonostante, dico io, ci sia una più ampia letteratura che sostiene e prova il contrario, per questo si legga per esempio il saggio di Karoline Leach sull'autore. Mi ha dato molto fastidio l'uso di alcune frasi di Sala, quali per esempio Carroll=bieco Michael Jackson ottocentesco, insanamente appassionato di godimento voyeristico di fanciullesche nudità impuderi, o ancora "maniaco e genio". Orribile determinazione, a mio avviso. Riferimento al collo fallico di Alice o ancora alla porticina/vagina mi fanno venire in mente il fatto che a leggere questa introduzione poteva essere anche un bambino/na.
L'introduzione mi sembra più da saggio di psicologia che da collana di Giunti.
Non sono dunque daccordo con questa scelta così forte.
Leggete Alice nel paese delle meraviglie a prescindere dalle definizioni di Davide Sala sull'autore e fatevi una idea sulla presenza o meno nel racconto di concetti o richiami sessuali.
A mio avviso non ce ne sono.
Vi lascio il link per scaricare in formato epub o pdf di Alice's Adventures in Wonderland.
Alice nel Paese delle meraviglie_I.pdf (131 kB)
Alice_nel_Paese_delle_meraviglie_I.epub (2,5 MB)
Buona Lettura
S.I.
Scrittrice per ArteMuse Editore
D & M Gruppo editoriale
L'intervista
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