Nuove pubblicazione dal Web

24.08.2012 16:00

Michela Barcella.

La neve di marzo scende trasversale all'aria così come i sentimenti della protagonista del romanzo di Michela Barcella. E' come se tutto il racconto fosse vissuto a marzo, nella follia che si attribuisce al tempo di questo mese. La neve scende inesorabile sulla vita di Maura, l'eroina di queste pagine, così come su di lei scendono l'amore, la vita, la felicità, la morte, la rabbia, l'abbandono, la follia e la tristezza.

Lentamente si lava dalle pene che affliggono il suo cuore e riapre se stessa al mondo. Diventa avvezza al sole della vita.

M. Barcella ha scritto pagine soavi, affreschi della vita di una donna innammorata e piena di insicurezze.

Le parole sono usate con naturalezza e non stancano mai il lettore. Sognare sarà dunque quell' "autoerotismo emozionale" a cui i personaggi del libro si accostano prima o poi, anche se il destino, l'inimmaginabile, corre in parallelo alle forme dei sogni.

E' un chiaro simbolo del cerchio della vita, delle lunghe viuzze impervie che intraprendiamo senza renderci conto che porteranno al traguardo ugualmente. Ci sentiamo lontani da ciò che ci siamo prefissati di raggiungere finchè un giorno ci ritroviamo seduti sulla panchina della nostra anima a veder scorrere il fiume dei nostri giorni. Ad un certo punto lei, la protagonista, ama e sente pian piano staccarsi dalla sua mente tutti i "segnalibri delle influenze della sua testa", ama e le "sembra che il mondo fuori" non le serva.

Sulla scia delle melodie di canzoni, sempre citate nel libro, Maura si farà amare e si farà accarezzare dal più puro dei sentimenti con garbo, gentilezza, tenerezza e desiderio fino a che non sarà più in grado di trovare altra alternativa a questa nuova vita.

Non serve dunque qui descrivere per filo e per segno il dipanare di questa storia, serve solo sottolineare la suggestione che la storia ci lascia, quel gioco simmetrico di istanti e sguardi, di parole e di gesti che così magistralmente M. Barcella ci descrive.

L'autrice si fa reporter dei sentimenti e delle paure inconfessate, a se stesse, che tante donne lasciano chiuse nella goffe gobbe della propria vita. Ci regala una storia giovane, attraente, divertente e dal sapore intimamente romantico.

Buona Lettura

Sarah 'I.

08.08.2012 15:01

 

Andrea Guano

Tre racconti, tre momenti che potrebbero appartenere al vissuto di un unico uomo.

I racconti sono cinici, spinti, ironici, non per niente puliti e romantici, rasentano la morbosità e denunciano la follia del disadattato.

Paranoico e virtuosamente reale, è così che definirei il modo di scrivere di Andrea Guano.

In ogni racconto l'uomo trova appiglio per la propria solitudine nelle fessure delle vite degli altri e nella propria visione paranoide della quotidianeità.

Oggi Marilyn, si intende Monroe, nelle forme del manichino, è la donna che amo e con la quale discuto del mio futuro; oggi l'affetto più grande che ho è quello della mia piccola capra Ness; oggi schiacciato dalla mia grama vita mi buttano in carcere e sono felice.

E' il paradosso della vita al margine, che noi mentre camminiamo a testa alta dimentichiamo. Riflettiamo dunque attraverso queste righe sulla probabilità che tra di noi ci possa essere qualcuno che vive da disinserito nella società.

I personaggi maschili di Andrea G. sono uomini vili, meschini, senza spina dorsale che affrontano la vita comunque, che si creano le loro verità.

Cosa c'è di peggio che vivere a quel modo? Nulla, diremmo istintivamente. Eppure, forse, il peggio è nel contorno che si sviluppa accanto ai protagonisti: mancanza di affetto, solitudine, rabbia, volgarità, pregiudizio, meschinità, bugie, puerilità. Mali dell'essere.

La cosa più bella che lo scrittore riesce a donare è farci capire come un cambiamento nella vita di queste persone, come per esempio il carcere, che per noi "normali" potrebbe risultare orribile, per loro diventa motivo di inserimento e speranza per il futuro.

Ho letto il libro con una certa diffidenza, poichè pensavo non mi appartenesse questo stralcio di stroria e invece poi ho sentito come il bisogno di comprendere, di avere chiarezza.

L'ultimo racconto, Lola, quello a cui l'autore dice di essere più affezionato è il racconto della speranza. Le ultime righe chiudono il cerchio delle volontà dell'autore, uscire dalla alienazione mentale come bisogno primario.

Libertà.

Ogni personaggio è in cerca della propria libertà e la rincorre in ogni momento inusuale della propria vita.

E' un libro fuori dagli schemi, non ci sono storie d'amore "canoniche", non ci sono affetti "affettati" dalle gioie di una famiglia unita, ci sono solo nude primordiali priorità.

(I difetti di scrittura, la scrittura infima e alcuni errori possono essere facilmente superati con una più attenta lettura per una seconda edizione.)

Buona Lettura

S.

 

 

03.08.2012 10:43

 

 

 

Michela Maria Zanon ci regala la sua superba poesia.

Ci insegna che nella vita i sogni non muoiono se non per fare spazio ad altri sogni più grandi e più irraggiungibili. L'estasi della non-immaginabilità della vita si condensa nella ricerca di un ricovero dall'erosione dell'eros nelle vette più alte

Non siamo soli sul pianeta del pianto, ci dice, insieme a mille altre forma allegoriche della vita.

La sua è poesia contemporanea che assorbe dalla libertà e dalla capacità persuasiva tipica delle donne pensanti.

Nuda poesia che si insinua tra le pieghe della vita di ogni giorno, nei meandri dei sentimenti dolci e della rabbia.

L'autrice "distilla i suoi pensieri in alambicchi esistenziali" e crea nuove gioie poetiche.

Alcune poesie brevi hanno la forma e il sapore dell'haiku, poche parole che rappresentano il concetto e chiudono il cerchio dei sensi, altre attingono alla storia personale dell'autrice, altre ancora pescano nella rappresentazione mistico-religiosa.

Venti che trasportano il passato, gatti liquidi, pesci che tacciono il sentimento, sangue che pulsa nelle tempie e cani che rovistano negli angoli della mente, questa è la forma materiale della poesia di M. M. Zanon.

Buona Lettura

S.

02.08.2012 11:30

 

 
 
In questo irresistibile fagocitante libro l'universo saffico si equivale all'andare delle relazioni etero.
Una relazione tra donne può naufragare come tutte le altre, a scapito della forza, della intelligenza e della caparbietà tipica del nostro sesso.
Ho sentito Ambra in frammenti, ho percepito la sua ostinazione a perseguire un amore insoddisfacente, l'insaziabilità della sua solitudine. Bello quando l'autore dice "la prima azione dell'amore è la prigione". Giusto.
L'amore ci imprigiona, ci tortura e a volte ci ripaga sicché la gabbia ha delle grate più ampie. Ma quando l'altro ci abbandona e il sogno muore tutto perde la sua consistenza. E la gabbia diventa una cella di isolamento dove non passa che un flebile filo di luce.
La protagonista soffre al punto di violentare se stessa con la sua ostinazione. 
 
 
Sono delle esili figure ben strutturate.
Un libro di sicura lettura. 
Bruciante.
S. 'I.
02.08.2012 10:41

 

 
 

 

 

Incastri di parole.

Un esordio di sicuro successo.

La scrittura è vivida, regala lo spaccato della vita. Lo scrittore sembra più che esordiente, perchè non c'è nulla che sia "fuorisede".

Mentre leggevo il primo racconto vedevo Siani nella interpretazione del protagonista e ci stava proprio bene. E' scritto magistralmente, almeno le 29 pgg iniziali, ma sono sicura che le seguenti non potranno deludere. Questo tipo di scrittura semplice e ben articolata, che comunque non lascia nulla al caso e riesce nei brevi dialoghi e nella descrizioni a creare il personaggio, è quello che io definisco la scrittura di un vero "scrittore" (consentitemi il giro di parole). A volte basta così poco per essere chiari, non c'è bisogno di andare a ricercare grandi paroloni desueti per creare un libro. Questa è la giusta combinazione.

Leggete i libro anche per capirne la chiarezza e l'astuzia.

Auguri per questo esordio!!!

Buona Lettura

S. 'I.

01.08.2012 00:10

 

 

 

E' quello che si direbbe un luogo ai confini del mondo. un luogo dove il paesaggio rende diverse le persone che lo abitano. Ho capito leggendo queste pagine che ancora c'è un non so che di incontaminato nella gente di quei posti. Il luogo in se è indubbio che sia spettacolare quindi mi piace ancora di più comprendere che esiste da qualche parte ancora una sana genuinità. Credevo, a onor del vero, che non si potesse fare di un viaggio un  buon libro e invece gli autori sono stati bravi. Sono lucidi nella descrizione dei loro momenti e colgono ciò che in realtà il lettore vorrebbe sentire. Non ci si stanca di leggere i posti, il cibo, i sorrisi, l'auto, i granchi. Vorrei andare in Alaska e dopo aver letto questo libro vorrei andarci ancora di più perchè è come una conferma.

Gli autori li trovato sul sito ilmiolibro.it alla loro pagina personale.

Buona lettura

S.

30.07.2012 18:48

 

 

Attraverso la poesia usiamo le parole per mandare un messaggio (per parafrasare Wikipedia) e non avevo mai visto un uso così "particolare" di quest'arte. Da shakespiriana quale sono è difficile per me amare altre forme poetiche poichè poco riesco a immaginare attraverso altri autori.

Mi piace che la poesia sia per me evocazione di emozioni, luoghi reali e possibili, amori infiniti e cose immortali.

La poesia deve essere eco della vita e superarla.

Fiammedighiaccio è un libro di immaginazione e poi di poesie.

Non è languido mai pur trattando temi come l'amore e la vita, il mondo, la notte. Trovo che sia un'opera nuova e affascinante poichè l'autrice gioca con la scrittura e con le lettere per creare in noi il ritmo della poesia.

Usa la struttura della poesia per scatenare in noi figure emozionali che ci fanno entrare chiaramente nel testo e nel suo significato. Si capisce quando la lettura ti da gioia e quando ti trasmette passione e quando ti porta tristezza.

Mi è piaciuto moltissimo lo stile di "Dedicato alla mia ombra"(pg 10). Scrivere due testi l'uno accanto all'altro, come persona e ombra, che possono e devono leggersi insieme e ci da la sensazione di quanto sia forte il legame tra noi e quall'altro noi che è la nostra ombra. Che sia la relazione tra noi e il nostro subconscio?

Menzione particolare vorrei dare a "C'era un mondo". 

Poche righe per chiarire come sia possibile omettere dalle nostre vite il giudizio degli occhi. Vivere al buio potrebbe portarci a ricercare il meglio di noi e degli altri senza aver paura di apparire, solo avere "uno stato dell'essere". E' l'essenza della continua ricerca di noi in un epoca in cui ci siamo dimenticati spesso la poesia che è dentro di noi e tentiamo solo di dare agli altri il frutto dell'omologazione della bellezza.

Chiaramente un libro che invito a leggere.

Pagina dell'autrice

https://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=156861

Buona lettura

S. ^I.

 

27.07.2012 13:08

 

 

Vorrei dire intato le cose che mi sono piaciute dell'opera di Giusi Parisi.

Mi è piaciuta la storia in se, poichè denota molta fantasia e attenzione da parte dell'autrice.

La ricerca dei nomi, le formule, la magia, non stonano mai.

E' una storia che si presta perfettamente ad un book illustrato per ragazzi. Ogni volta che leggevo continuavo a vedere nella mia mente le pagine con i disegni. Sarebbe stato facile per un illustratore creare le bozze poichè Giusi Parisi è molto brava nel dare una attenta fotografia dei personaggi che via via si susseguono nella storia.

La storia è molto tenera e nasconde in se, a mio dire, la metafore dell'amicia tra bambini che, almeno a quella età, appare imperitura.

Tre bambini presi dalla curiosità scovano il nascondiglio di un mago. Cosa li attende?

Darei proprio un bel 10 e lode all'invenzione soprattutto nella parte "stregonesca" poichè è difficile creare personaggi che non sembrino riadattazioni di altri racconti. 

Adesso, senza che alcuno me ne voglia, vorrei sottolineare le cose che non mi sono piaciute, vorrei farlo perchè l'autrice a mio avviso ha un buon potenziale nascosto.

Partiamo:

  • L'editing non  è proprio perfetto
  • I discorsi si confondono nelle descrizioni, cosa che non va bene sprattutto se deve essere un adolescente o un bambino a leggere e questo è dovuto sia all'editing non perfetto sia alla scelta del tipo di carattere e del formato del carattere.
  • A volte non è chiaro il ruolo del narratore, sembra confidenziale poi invece trovo "Essi ed Egli"...che stonano un pò con il tono della favola.
  • Ribadisco il carattere con cui è stato stampato che lo rende difficile per gli occhi....(aiuto ci ho messo un pò..e dovevo leggere poche pagg al di)
  • A volte sembra scritto per una fascia di età più bassa mentre altre volte non è più così per esempio a causa delle spiegazioni e delle traduzioni dal latino. In questo caso io direi di seguire il percorso della Rowling, lei per esempio in H. Potter da un sacco di formule....ma sono così e basta non le traduce, questo perchè è più l'impatto sonoro alla lettura che fa di una frase una formula magica più che la traducibilità o la traduzione a fianco.

Vorrei incoraggiare Giusy P. a fare della sua storia una storia più leggera perchè è bella e può funzionare.

Vorrei anche sapere se l'autrice è daccordo con me.

Buona Lettura....perchè cmq io lo consiglio.

S. I.

27.07.2012 11:01

 

 
 
Voglio inserire queste poche pagine per sitmolarvi nella fresca lettura di questo libro.
Un pò casalinghe disperate un pò "non diventerò mai vecchia" le amiche di questo libro si incontrarno una volta a settimana per "dirsene 4"....
E' la storia periodica delle classiche italiane medio bene che alla tenera età (post 40 abbondante) ritrovano la loro gioventù dandosi forza l'una con l'altra.
L'autrice risce bene a dar forma ai caratteri delle protagoniste attraverso le iniziali "magagne" e poi scandendo in 4 piccoli episodi gli stati d'animo e di vita di ognuna trovando ed esaltando la chicca più umoristica.
 
Buona Lettura
S. I.
 
 
18.07.2012 12:29

 

Glaciale.

Una umanità imprigionata in un limbo di neve.

La paura dell'estinzione della razza è sempre presente nella mente degli Avi e fuori dalle mura è pressante e pesante la presenza di un altro popolo, creato dagli scarti del villaggio. Quale è il destino di chi oltrepassa i confini costretto dai Consiglieri del villaggio?

Tutto questo, e non solo, in una aulica atmosfera bianco-neve è il libro di Celine Finco.

Lucida descrittrice di un mondo possibile e di un futuro probabile, Celine Finco crea un romanzo che al lettore appare troppo breve. Ogni pagina riesce a fagocitare la successiva e lascia la sensazione di voler sapere di più.

E' un libro che non ha una fine. Mi auguro che non sia l'unico poichè è scritto per avere un buon seguito.

L'autrice utilizza la narrazione diretta per ogni personaggio. All'inizio infatti nel passaggio da un capitolo all'altro ci si potrebbe sentire persi ma l'abilità dello scrittore è nella capacità di palesare, attraverso fitte descrizioni, il personaggio. Quindi risulta una scelta più che intelligente quella di dipanare il racconto attraverso il punto di vista di più "caratteri". Le certezze di uno sono le debolezze di un altro, le paure invece la forza.

La durezza della predominanza si scioglie di fronte alla potenza di un nuovo incalzante inizio. Nessuno sarà più al sicuro.

Si affacia nel panorama letterario la figura di una scrittrice solida e arguta.

Buona Lettura.

S. ^I.

Pagina dell'autore

ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=157139

 

 

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Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

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Con tanto orgoglio oggi vi presento un autore, Giacomo Bertoni, che scrive fiabe per bambini. Capirete, leggendo, che è una persona gentile, un autore attento e molto molto intelligente.     Ciao Giacomo,   - Si dice oggi che i bambini non leggano più ma il trend delle vendite dei...
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