Oscar e la dama in rosa

06.11.2012 18:22

 

 

 

Eric- Emmanuel Schmitt

 

Quale è il modo migliore per affrontare la malattia? E quando sei un bambino e i tuoi genitori non ti hanno nemmeno insegnato su chi confidare nel momento del dolore?

E. E. Schmitt ci racconta attraverso gli occhi di un bambino di 10 anni l'accettazione della fine della propria vita.

Oscar, il protagonista, scopre la possibilità di parlare con Dio della sua malattia e soprattutto la possibilità di poter avere dei desideri pur nel limitare della vita. Lo fa attraverso l'affetto della "dama in rosa", la sua infermiera, che lo incita a "chiedere".

Così negli ultimi 10 giorni della sua vita Oscar scriverà lettere indirizzate a Dio, descrivendogli la sua vita e i suoi desideri.

L'autore è bravo a trasmetterci la paura e il dissesto che la malattia crea nella vita ma anche l'importanza della vita in se, che va vissuta intensamente fino alla fine.

Attraverso le lettere di Oscar si discute dell'amore, dell'odio, dell'invidia, dell'allegria, dei valori che permeano la nostra vita e di quanta poca importanza siamo in grado di darle.

"Ogni giorno guarda il mondo come se fosse la prima volta", dice.

Oscar ringrazia Dio per avergli donato comunque la vita e avergliela fatta assaporare per intero.

La vita non è un regalo ma un prestito e bisogna essere intelligenti per godersela fino in fondo.

E' un libro dal sapore triste inteso che lascia però tra le mani la possibilità di "dare un senso" ai nostri giorni.

Almeno di provarci.

Buona Lettura.

S.I.

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

L'intervista

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