Miradar

21.11.2012 16:35

Ilaria Malvilla.

Forte della mia curiosità di capire come Repubblica e la scuola Holden scelgono i "migliori" per il concorso ilmioesordio.it, oggi ho letto, tutto d'un fiato Miradar. Il premio questa volta ha assunto la sua forma più che nel caso della vittoria del 2012.

Il libro consta poco meno di 130 pagine ed è scritto in modo così semplice e asciutto che si può tranquillamente leggere davanti ad un buon caffè.

La storia non è una storia, vorrei considerarla come l'intreccio, in un' unica vita, di più storie.

Allora ci saranno le vite di Margherita, di Barbara, di Marilù, di Sugar, di Clarissa che si aggrovigliano nella quotidianeità.

La vita piatta e sempre uguale è solo l'apparenza e ognuno di loro ogni giorno affronta una pena, che forse in fondo  è la stessa condizione della loro coscienza.

I racconti sono piccoli saggi sulla tristezza e il fallimento del senso della vita.

Ognuno dei protagonisti ha un desiderio, ha voglia di vivere un destino che non ha a disposizione.

Ilaria Malvilla riesce a creare la sensazione di "accanimento terapeutico" sulla sorte avversa, quella specie di volontà salvifica che è in ognuno di noi, la corsa nel tentativo di migliorare se stessi perpetrando però i propri errori.

E' un libro vivo, chiaro, elegante per certi versi. Risulta straziante e pieno di desolazione il racconto di Marilù, prostituta, che veste i panni della moglie morta di un cliente: pagata per essere qualcun altro. Sempre!

Mi ha colpito molto il ruolo degli uomini che Miradar ti riporta alla mente. Uomini che spesso hanno bisogno di essere salvati e cercano la salvezza in donne che non sono le loro compagne di vita, uomini piccoli, troppo semplici e troppo simili ogni giorno per essere uomini con la U maiuscola.

Miradar è disincanto.

Sarah

 

 

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

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