Memorie di una geisha
Arthur Golden
Evocativo.
Questo libro non lascia spazio ad alcuna delle possibii congetture che possiamo fare, in occidente, sul ruolo della geisha.
La geisha è a metà tra una escort e una donna divina.
Certo detto così fa ridere ma se leggete il libro vi rendete conto che quanto dico è vero.
Vorrei dare ad escort un significato meno "sporco" rispetto a quello che diamo negli ultimi anni in Italia. (Mi chiedo cmq se è possibile farlo).
A parte la divagazione il libro è a dir poco bellissimo.
Ogni giorno la vita di queste piccole donne è scandita da movimenti ei insegnamenti che entrano nelle loro vene, così saranno geishe per tutta la vita.
I riti, i vestiti, i capelli, il trucco. Eppure è una condizione di vita più favorevole di molte altre.
La geisha non si deve donare fisicamente per forza, sceglie se farlo. La geisha rimane totalmente vestita sempre, e quando per servire il tè le si scopre il collo o le si intravede il polso allora lì c'è l'estremo incanto della sensualità. Il gioco di ombre, di vedo e non vedo e il piacere in quelle piccole movenze sono descritte sapientemente da Arthur Golden.
E' forse uno degli incontri migliori che si possono fare con la cultura giapponese e con una vita che può essere vissuta secondo le regole... ma senza una regola.
Ed è qui che viene infranta la prima regola "non innammorarsi". E' nella ossessione per l'amore che la protagonista scioglie i lacci del suo kimono e del suo mondo piccolo per abbracciare quello della libertà.
Si, la libertà è la condizione umana per cui lottano le geishe.
Quando l'ho letto, nel 2001, ricordo che all'ultima pagina ho detto " speriamo che ne facciano un film,sarebbe impossibile non farlo". Ebbene l'hanno fatto.
Vi consiglio però di leggere prima il libro.
Buona Lettura.
S. I.
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Scrittrice per ArteMuse Editore
D & M Gruppo editoriale