L'ultima riga delle favole

28.05.2012 16:53

Massimo Gramellini.

Ho comprato “L’ultima riga delle favole” ad Aprile 2012 quando ormai aveva raggiunto le vette dell'Olimpo.

Io direi che da lì si può solo cadere.

Il titolo è evocativo di un finale positivo e lieto, per questo ho avuto l’interesse a comprendere come un autore lo potesse sfruttare nella vita quotidiana.

Non v'è dubbio sul fatto che Gramellini sappia il fatto suo e sappia cosa scrivere e come scrivere.

Si capisce subito che non ci si trova di fronte ad un novellino. Ma questo non è il punto poiché amo scrivere delle recensioni che vanno oltre il "come si scrive". Non so nemmeno se riuscirei a giudicare un libro soltanto da come è scritto, sono ovviamente i contenuti che lo rendono "leggibile".

A quanto pare è un libro che ha diviso molto la critica dei blogger, dei critici e dei lettori, alcuni pollice su altri pollice giù.

E io? Boh forse ci devo riflettere ancora un po’!

All'inizio l'ho letto con le migliori intenzioni e sono arrivata a 180 pagine in due giorni, poi...una volta che ho capito dove andava a parare mi sono stufata di leggere la solita solfa.

Sono molto belle le frasi leggiadre e il più delle volte stucchevoli ma poi...manca il mordente, forse se avesse scritto un trattato pseudo filosofico sull'esistenza e l'anima avrebbe reso di più.

Quando l’ho acquistato aveva la tipica fascetta da best seller : "Oltre 250.000 copie vendute e più di 40 settimane nella classifica dei best sellers,

 mi chiedo

“o  in Italia non sappiamo che leggere o abbiamo bisogno di uno che coccoli la nostra mente e il nostro cuore”.

Per me non è un best seller, o almeno non avrebbe dovuto diventarlo.

Il protagonista in un momento difficile della sua vita vive un’esperienza, che definirei extracorporea, e la vive intensamente.

In un mondo parallelo, creato da Gramellini alla stregua di un Dante contemporaneo, gli uomini attraversano o rivedono le fasi della loro vita già vissuta per poter capire i loro errori e rimediare nella vita futura. L’idea in se non è né sbagliata né geniale né, direi, la prima del suo genere. Alcune pene e alcuni ostacoli da superare  saranno in grado di far comprendere che la vita è un dono e che, in quanto una e sola, va vissuta nel modo migliore.

Allora perché è un best sellers?

La cosa che mi ha sdegnato di più sono i rac-canti, come li chiama Gramellini, filastrocche senza senso, per me, che troviamo verso la fine del libro. Attraverso questo canto raccontato, o racconto cantato come dir si voglia, dovremmo trovare delle spiegazioni sul come vivere. Io non le ho sopportate e a fatica, per amore della storia, le ho lette.

Segnalo però alcune belle frasi che l'autore sa creare con sapienza: "L'amore è una meta che si raggiunge in due, a condizione di aver trovato la strada da soli".

Tipica velina da Baci Perugina. Ehilà, c'è nessuno della Perugina? Gramellini è per gli aforismi!

Vi consiglio prima di fare l'acquisto di leggere alcune recensioni, vi indirizzo a quelle del sito della Feltrinelli.

Buona Lettura

Sarah Iles

Argomento: L'ultima riga delle favole

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Scrittrice per ArteMuse Editore

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