L'immortale, Borges

21.11.2012 19:54

J.L.Borges

L'immortale

Mi piace pensare che Borges sia riuscito con la sua penna a rendere immortale la sensazione della meraviglia.

Mi sembra alquanto riduttivo scrivere di Borges in una sezione dedicata a narrativa-romanzo, poichè Borges è oltre, è surreale e sul reale allo stesso tempo.

L'inzio del racconto, contenuto nella raccolta famosa dal titolo L'Aleph, è strano, intendendo per strano quella sensazione paranoica del "dove vuole andare a parare" l'autore. Poi ho capito che i racconti di Borges segnano il suo punto di vista, "nella letteratura tutto è finito".

I suoi racconti, anche se brevissimi, racchiudono mondi e puoi comprenderli solo dopo aver finito la lettura.

L'immortale mi ha lasciato di stucco.

E' un racconto semplice, la storia di un uomo che insegue il sogno dell'immortalità e quando lo raggiunge cambia la prospettiva che aveva usato per guardare il mondo intorno a se. Il suo viaggio lo porta verso la città degli immortali, là dove è possibile abbeverarsi alla fonte dell'immortalità.

La città degli immortali è una fotografia di una città perduta, fossile. "Questo palazzo è opera degli dei. Gli dei che lo edificarono son morti."

"In un tempo infinito agli uomini accadono tutte le cose", tutto ciò che in una vita assume significato nell'immortale diventa normalità senza senso.

E' il paradosso del vivere in eterno, della vita che non è più ciclica ma solo una linea retta senza fine.

Non esiste il giusto, il male, l'ingiusto, il benefattore, nessuna delle sfaccettature tipiche dell'essere umano effimero, solo l'indifferenza del tutto.

"Non esistono meriti morali o intellettuali".

Tutto diventa possibile lunga la vita dell'immortale, quindi paradossalmente il non fare diventa l'impossibile.

I sentimenti diventano poca cosa, gli immortali, dice Borges, diventano immuni pure alla pietà.

Qui assume consistenza la mortalità. Nella mortalità tutto assume i suoi confini, tutto si delinea perfettamente, tutto può avere inizio e fine. Il passato assume un senso e il pensiero del futuro dona la vertigine dell'ignoto.

Il concetto alto di Borges si concluderà nel ritrovamento del contrario, del pozzo della mortalità, che sarà ristoro nuovo per un vecchio immmortale.

Sarah

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

L'intervista

02.03.2013 15:41
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