Lettera al dotto Hyde

06.11.2012 18:28

A cura di Athos Bigongiali

Piccola recensione per piccolo libro.

E' una riflessione e un excursus su una famosa lettera disquisitoria di Robert Louis Stevenson (autore di "Lo strano caso del Dott. Jekyll e Mister Hyde).

Nasce tutto dal suo viaggio in panfilo verso le Hawaii.

Cagionevole di salute l'autore userà i mezzi mediatici del tempo per rispondere per le rime alle accuse mosse da tale Sig. Hyde, che nulla ha a che vedere con il più famoso, a padre Damiano, un prete molto amato dalla comunità dei lebbrosi delle isole.

Il libro riporta la bellezza e la semplicità delle "note" di R.L.S.. L'autore riesce a piegare la superbia del giudizio con la semplicità della parola.

Usa una costruzione semplice e chiara, diretta e contraria al ricevente per sminuzzare piano piano il mondo che il dott. Hyde, reverendo protestante, ha creato contro quello dello stimato Damiano. Non è un libro che vi lascierà senza fiato o che riempirà il vuoto di un enigma, ma è un libro che vi farà venire voglia di conoscere R.L. Stevenson e la sua bontà d'animo, il suo occhio delicato verso gli altri e il mondo. Un uomo, Stevenson, che riusciva a trovare la bellezza anche nel rigore della malattia, legato come era ai luoghi, alle persone e ai legami forti che si creano tra questi.

Per esempio quando l'Hyde definì padre Damiano "rozzo", Stevenson scrisse: "E' possibilissimo. Voi fate nascere in noi compassione per i lebbrosi, che avevano soltanto un vecchio e rozzo contadino per loro amico e padre. Ma voi, che eravate raffinato, perchè non foste Voi lì, per confortarli con i lumi della cultura? O forse posso rammentarVi che abbiamo ragione di dubitare se Giovanni il Battista sia stato signorile; nel caso di Pietro[...] non v'è dubbio affatto che sia stato un pescatore "rozzo e testardo". Eppure anche nelle nostre Bibbie protestanti Pietro è chiamato santo."

Vi lascio la sua poesia alle suore che lavoravano al capezzale dei morenti.

 

Nel vedere di questi luoghi la miseria infinita

le mutilate membra, i volti devastati

le vittime innocenti che sorridono sotto la sferza,

lo stolto sarebbe tentato di negare

il suo Dio.

Egli vede e si ritrae; ma se torna a guardare

la bellezza ecco sorge dal grembo del dolore! Vede le suore

sulle sponde dolenti.

E per quanto sia stolto tace e adora.

                                                R.L.S.

Buona Lettura

S.

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

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