Inchiesta !cultura patinata!: Myself Italia

27.02.2013 15:34

In una delle lezioni di comunicazione e marketing del libro è uscito fuori di non sottovalutare le riviste di "moda", chiamiamole così, poichè all'interno potrebbero esserci delle buone idee e ottimi spunti per il mondo del libro.

Così un bel giorno sono andata in edicola e ho cominciato la mia "Inchiesta patinata".

Non ho messo del pregiudizio perchè sono convinta che non si debba giudicare nessuno per quello che legge, ma questo mi ha portata a un bivio, trivio, quadrivio, non indifferente: se moltissime donne leggono le riviste piuttosto che un buon libro c'è qualcosa che non funziona? Il buon libro? Noi donne siamo talmente oberate che alla fine cediamo allo sfoglio senza attenzione? La società ci fagocita in mezzo a lustrini e ci vuole donne dai tacchi a spillo stupide?

Beh, per certi versi quest'ultima considerazione forse è la più reale. Non sto a giudicare chi guarda video o riviste di moda etc, anche io lo faccio e il mio cervello ringrazia in abbattimento dei pensieri, e allora?

Allora voglio solo capire se le riviste fatte per le donne, con le donne e dalle donne possano essere un veicolo culturale e non il simbolo della mercificazione.

Comincio da Myself Italia, mi riferisco alla rivista n 15 Febbraio 2013.

Non mi scandalizza che quasi in ogni pagina ci sia pubblicità, la trovo un godimento per gli occhi, un'informazione, e poi si sa che in questo mondo se vuoi tenere in piedi la baracca devi scendere al compromesso della vendita degli spazi.

Mi risulta una rivista bella, accattivante e piena di interessanti sfaccettature. Piena di storie, seppur brevi, di donne, di quello che fanno, pensano e dicono. Suggerimenti intelligenti per donne che vogliono piacere e Udite Udite... quasi non compare la parola sesso...

Mi sono scandalizzata, una assenza che mette 10 punti in più alla rivista.

Nella parte dedicata ai libri, che ho notato esiste, c'è l'articolo dedicato al libro del mese, qualche suggerimento in trafiletto, un richiamo ai lit-blogger (quindi sono al passo con i tempi), un post per Viola di Grado, nuova voce della narrativa dark italiana, e ahimè mezza pagina per la Lipperini. Questo l'ho trovato troppo scontato.

Cavolo! Perchè non dedicare più spazio alla di Grado e un accenno alla Lipperini? Perchè parlare di Lipperini fa cultura? Cercate di uscire dagli stereotipi, andate in controtendeza... per una volta.

Myself è sicuramente una rivista intelligente.

Donne, leggete e prendete spunto!

Sarah

 

 

 

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

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