Silvio Donà

05.11.2012 16:35

Vincitore del premio "Io scrittore" con il libro "Nebbie", ospito oggi, Silvio Donà.

Il suo amore per la scrittura si legge tra le sue righe e trasuda dalle sue risposte alla mie breve intervista. Spero sarete lieti di conoscerlo un pò meglio.

- Perché hai scelto una "figura" così pesante e leggera allo stesso tempo come la nebbia per l'incipit del tuo libro? Ci racconti lo stato d'animo della protagonista?

La vicenda è ambientata in un paese della campagna veneta e la nebbia mi è sembrata lo sfondo perfetto per riflettere e amplificare il grumo di problemi irrisolti che si agita nel cuore delle tre donne intorno alle quali è costruito il romanzo.

Lo stato d’animo della protagonista è pesante ed evanescente come la nebbia, appunto.

Elena nasconde in sé il dramma spaventoso di una violenza subita in famiglia da ragazzina, un ricordo che da sempre cerca di rimuovere. Il suo passato è diventato un archivio doloroso in cui si rifiuta di entrare. Ma anche Francesca e Anna, gli altri due personaggi “forti” del romanzo vivono, per motivi diversi, un momento particolare della loro esistenza in cui faticano a fare chiarezza sui loro sentimenti e sulla direzione da prendere per il futuro.


- Che cosa hai provato a pubblicare la tua opera?

Nebbie” non è stato il primo romanzo che ho pubblicato, per cui avevo già vissuto l’emozione fortissima della “prima volta”. Però questa pubblicazione deriva dall’essere arrivato tra i finalisti di un concorso prestigioso come “Io Scrittore”, organizzato dal Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, uno dei principali editori italiani, per cui da questo punto di vista la soddisfazione è stata grande. Arrivare in fondo a una competizione in cui sono gli stessi scrittori che giudicano la bontà del lavoro di altri scrittori ha un significato tutto particolare.


- Sai che moltissimi autori si lamentano della mancanza della presenza del proprio editore, tu ti senti “coccolato” abbastanza?

Da questo punto di vista sono fortunato. Leone Editore che ha pubblicato i miei primi due romanzi è un editore “piccolo”, ma di tutto rispetto, con un’ottima distribuzione, capace non solo di pubblicare libri di buon livello, ma soprattutto di portarli materialmente nelle librerie. E anche l’esperienza con la Mauri Spagnol è stata positiva. Nonostante gli ebook pubblicati sotto il marchio “Io Scrittore” siano opere di autori esordienti o poco conosciuti, la visibilità che questi romanzi hanno avuto è stata notevole.


- Raccontaci un po’ di te e sciorina qualcosa sui tuoi scritti

Scrivo da sempre, da quando ero ragazzo, per cui non c’è nulla di improvvisato nella mia attività di scrittore. Detto questo, in Italia gli scrittori che possono vivere con i soli proventi dei loro libri sono davvero pochi; la maggior parte di quelli che pubblicano, anche con le principali case editrici, devono fare altro per campare. E io non faccio eccezione. Ho 47 anni, sono sposato, ho due figli e lavoro nell’ufficio legale di una banca. Una vita normalissima in cui la scrittura trova faticosamente posto solo grazie a una grande passione e a una provvidenziale insonnia che mi permette di dedicare qualche ora al giorno, nonostante la stanchezza, alle mie storie. Senza le quali non saprei davvero stare.

Negli anni dell’università ho cominciato a partecipare ai premi letterari; ne ho vinti alcuni e ho pubblicato i primi racconti. Poi nel 2009 c’è stata una svolta con la pubblicazione con Leone Editore di “Pinocchio 2112”, romanzo di fantascienza ambientato in un futuro non molto lontano in cui l’umanità è ridotta a vivere nelle profondità del pianeta. Un mondo claustrofobico in cui è venuta meno ogni struttura sociale, dominato dalle bande criminali. In questa realtà estrema il protagonista fa quello che sembrerebbe il più assurdo dei lavori: il cercatore di libri. La sua esistenza viene sconvolta prima dall’incontro con un orfano e poi dall’amore proibito per la donna del capo della più potente organizzazione criminale. Nelle forme e nei ritmi di un romanzo d’azione ho provato a inserire una riflessione sul valore dei libri e della cultura e sulla scoperta del sentimento della paternità.

Nel 2011 ho pubblicato, sempre con Leone Editore, il romanzo breve dal titolo (ironico, chiaramente) “Luisa ha le tette grosse”. Angelo, quarantenne in piena crisi esistenziale, si rende conto di avere rinunciato a tutti i sogni di gioventù e di non sapere più chi sia e cosa vuole dalla vita. La convinzione che una collega d’ufficio (la Luisa del titolo) si sia innamorata di lui, lo spinge a reagire in modo confuso e scomposto, a tratti grottesco, nel tentativo di recuperare il tempo e la dignità perduti. C’è spazio per una ridicola storia con una liceale incontrata sull’autobus del mattino, per alcune scoperte devastanti e per una cocente umiliazione che lo spingerà a recuperare la pistola del suocero militare. Per sapere se sparerà mai quella pistola bisogna seguire il povero Angelo fino al cinico colpo di scena finale.

Il romanzo questa estate mi ha dato una soddisfazione ulteriore in quanto è stato proposto (insieme ad altri romanzi della Leone Editore) in tutte le edicole, in vendita abbinata con un quotidiano a tiratura nazionale.


- Sei all'opera con qualche altro scritto?

Attualmente sto lavorando con altri due autori della Leone a una raccolta di racconti sul tema dei supereroi, ma visti da un punto di vista un po’ particolare. Nello stesso tempo sto procedendo alla seconda stesura di un nuovo romanzo cui tengo molto. Chiaramente al momento non ho idea se questi lavori troveranno un editore interessato a pubblicarli. Io ci spero.

Per il resto continuo a cimentarmi anche con le storie brevi e proprio in queste settimane dovrebbe uscire un mio racconto nella raccolta “Voglia di lavorare saltami addosso” edita da VerbaVolant, che raccoglie le storie vincitrici di un concorso letterario da loro organizzato nel 2011.

Infine insieme a un carissimo amico abbiamo scritto il soggetto per un piccolo film a basso costo che un comico locale vorrebbe girare il prossimo anno.

Insomma, ci sono varie cose in ballo.


- Cosa ti piacerebbe scrivere che ancora non hai scritto?

Non c’è una storia in particolare. Ce ne sono tante. La mia testa è sempre piena di nuove idee. Quello che vorrei è che non venisse mai meno la passione e la voglia di spendermi e di faticare sul foglio bianco.


- Il tuo autore italiano preferito e perché?

Non ce n’è uno in particolare. Ci sono autori italiani di cui magari mi è piaciuto tantissimo un singolo libro e molto meno gli altri. Per esempio ho adorato “Il nome della rosa” e poi non sono più riuscito a appassionarmi nello stesso modo agli altri libri di Umberto Eco. Ai ragazzi che vogliono diventare scrittori consiglio a spada tratta Calvino, per la pulizia e l’essenzialità del linguaggio. Negli ultimi anni mi sono piaciuti molto alcuni romanzi di Ammaniti e di Lucarelli.


- Quando, alla fine dell'opera, hai letto il tuo romanzo "Nebbie", hai percepito te stesso tra le righe, ti sei riconosciuto quale scrittore? o hai avuto la classica sensazione di "ma l'ho scritto io"?

Un po’ l’una un po’ l’altra cosa. Come mi succede sempre. In certe espressioni, in certi motivi, in certe idee, in certe ossessioni oserei dire, ho ritrovato me stesso tutto intero; mentre invece alcune pagine le ho rilette quasi con sorpresa, con la famosa domanda: “ma l’ho scritto io?” a punta di labbra. Quest’ultima è una delle sensazioni più particolari ed emozionanti che uno scrittore possa provare.


- Sii critico verso te stesso, scriviti una breve critica!!

Io sono sempre molto critico nei confronti del mio lavoro. Ogni volta che rileggo una cosa che ho scritto e che ormai è da ritenersi definitiva, sento egualmente il desiderio di ritoccare e correggere qualcosa. Non mi soddisfa mai fino in fondo. Anche i romanzi editi mi suscitano gli stessi impulsi. Una serie di ripensamenti, l’impressione che un’espressione non sia abbastanza efficace, il rimpianto per un aggettivo che non suona quello giusto al posto giusto. E’ per questo che mi capita di rimettere mano a racconti scritti magari dieci o venti anni fa e di limarli, modificarli, aggiornarli al mutare del mio gusto e delle mie preferenze. Anche se non verranno mai pubblicati. Solo per soddisfazione personale.

Mi è difficile poi togliermi la sensazione di non avere mai abbastanza tempo. La sensazione di esprimermi sempre all’80% delle mie possibilità. L’idea, magari sbagliata, che se potessi dedicarmi anima e corpo alla scrittura, per tutto il tempo necessario, potrei cavare fuori qualcosa di meglio.


- Una speranza per il tuo futuro

La speranza di tutti gli scrittori “emergenti” e cioè indovinare un romanzo che riesca a uscire dal “mucchio” dei tanti libri pubblicati ogni anno, in modo da ottenere quella spanna di visibilità in più che consente di arrivare finalmente a un numero considerevole di lettori. E di conseguenza la speranza di potere un giorno vivere di scrittura.


 

Grazie per l’opportunità di chiacchierare virtualmente con voi.

Grazie a Silvio Donà per avermi dato l'opportunità di annoverarlo tra i miei intervistati.

Tenetelo d'occhio, soprattutto per me di prossima lettura ci sarà il suo Pinocchio 2112, lo trovo una idea brillante.

Sarah

Per chi fosse curioso di leggere le prime pagine di “Nebbie” ecco il link alla pagina del romanzo sul sito della Mauri Spagnol: https://www.ioscrittore.it/doc/68081/nebbie.htm

Questo, invece, il link al sito della Leone Editore:

https://www.leoneeditore.it/catalogo/index.php?main_page=index&book_authors_id=16&typefilter=book_authors

E infine questo è il link a un blog in cui mi diverto a pubblicare cose più o meno scherzose:

https://silviodona.blogspot.it/

Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

L'intervista

09.05.2013 09:49
Con tanto orgoglio oggi vi presento un autore, Giacomo Bertoni, che scrive fiabe per bambini. Capirete, leggendo, che è una persona gentile, un autore attento e molto molto intelligente.     Ciao Giacomo,   - Si dice oggi che i bambini non leggano più ma il trend delle vendite dei...
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