Narrativa-Romanzo

11.02.2013 18:31

Jorg Kastner

E chi lo doveva dire che dal freddo Nord poteva arrivare un libro così... denso come la calura!?

L'apprendista fiammingo è un romanzo storico edito in Italia nel lontano 2006, da me acquistato nel 2012 per soli € 2.90. Mai furono così ben spesi.

La trama è lontano da quella di un romanzo storico anche se l'intreccio si basa su alcuni fatti storici realmente avvenuti al tempo narrato.

Cornelis Suytolf, apprendista del famoso pittore Rembrandt, si trova al centro di una intricatissima tela che sfiora il giallo e il thriller più volte. In realtà avevo acquistato il libro perchè volevo cimentarmi in un romanzo storico ma per fortuna di "pesantezza" storica ha bene poco.

Tutto ha inizio con un omicidio.

Intrighi, sospetti, quadri che si perdono o appaiono dal nulla, strane miscele botaniche e tanta tanta narrazione che incalza. Non c'è mai un momento in cui ci si possa riposare e il finale, direi le ultime 120 pgg, è un susseguirsi di colpi di scena.

Sullo sfondo l'Amsterdam di Rembrandt, quella che si intravede nei suoi quadri, i canali, la densa nebbia e il buio che caratterizza le strade. Kastner introduce nel libro, e lo fa diventare una buona pedina, il famoso pittore, portandone alla luce quelle che possiamo considerare come le "naturali" pazzie di un artista.

Quello che non mi è piaciuto è sicuramente la debole storia d'amore che si dipana tra un morto e l'altro. A mio avviso doveva essere taciuta o esasperata un altro pò.

Ma non si può avere tutto dalla vita.

Leggete e meditate... può esistere un colore nato dalla mente del diavolo?

oppure...

Sarah

04.01.2013 16:43

 

Giovanni Peparello

Conoscete la letteratura subway?

Ebbene, è una Manifestazione culturale, così si definiscono, con importanti sponsor. Realizza micro libri, li definirei così. Micro non nel senso della dimensione in altezza e grandezza ma per la portata. Sono racconti da mangiucchiare in metro, ecco perchè Subway.

Ne avevo letto alcuni via web in pdf poichè sono scaricabili gratuitamente dal sito ma oggi li ho trovati in Feltrinelli.

Dal vivo ho compreso la diversità della lettura che prima non avevo afferrato dalla semplice lettura tramite pc. Sono piccoli libri che quasi somigliano a libri morbidi per preghiere di ogni giorno. Quando te li trovi tra le mani pensi a quanto le parole possono dire in uno spazio così risicato.

Ho letto L'inutile e triste storia di Daniele Pini di Giovanni Peparello, vincitore del Premio speciale Università IULM Under 19.

Il racconto, che appartiene alla serie "racconti evanescenti", dovrebbe leggersi in 6 Fermate metro.

Ci ritroviamo la storia in breve di tale Daniele Pini, giovanissimo ragazzo che in filosofia se la cava e che si sente estraneo dal mondo che lo circonda. Giovanni Peparello ci introduce in maniera evanescente nel mondo contemporaneo facendoci assaggiare, tramite le lamentele del protagonista, le "sporcizie" di ogni giorno: "Il mondo ha l'odore terribile del progresso ultimato, della fine inconsapevole".

Prima dell'epilogo, che sublimerà il senso di estraneità che vive Daniele, egli sarà coinvolto in una discussione con Dio, o presunto tale e in questo batti e ribatti saremo costretti a ripensare all'ultimo desiderio possibile prima di morire. La lettura ci porterà, con un velo di inutilità e tristezza, a immedesimarci nelle scadenze di Daniele Pini e capiremo come operare le scelte nel modo giusto nella nostra vita: è sempre meglio rivivere una gioia o darsi la possibilità di creare un ricordo nuovo?

Leggete i Subway... vi consiglio di cercarli in libreria!!Sono gratuiti!

B.L.

Sarah

29.11.2012 01:09

 

Sergio Cataldi

"Ho voglia di camminare per strada.

A piedi.

Di incrociare la gente e non notarla neanche.

Perso nei miei pensieri.

Voglio che il mondo mi sia invisibile.

Mentre lo percorro.

Voglio che il mio odio possa trasparire.

Dal buio dei miei occhi.

E dal nero dei miei indumenti."

 

Ipnotizzata dal testo. Succede nelle melodie, succede per il rumore delle onde che si infrangono e succede per il romanzo di Sergio Cataldi.

Edito da Navarra Editore nel 2010, A passi rapidi, è il romanzo d'esordio del giovane palermitano.

Immaginate di vivere la vostra vita in un acquario in cui al posto dell'acqua ci sia musica, la vostra musica preferita che vi accompagna e vi difende dal mondo, da lì guardate il mondo. Il romanzo scorre come le dita sulle corde di una chitarra elettrica. Un visionario percorso fatto di testi, rivisitazioni, luoghi bui e destino dal volto rigato dalle beffe. Come un Boudelaire dal giubotto di pelle nera Sergio Cataldi ci catapulta dentro il suo io impaziente.

Il libro apparecchia per un mondo notturno e contrario a tutto, fatto di droga, fumo e nulla più. Una vita in bilico.

Quando sfogli il libro ti rendi conto di non essere davanti ad una convenzione, è questo il motivo per cui l'ho scelto. E' stato un viaggio noir bellissmo dentro un animo seducente.

L'impostazione del testo ti riporta subito ai testi delle canzoni e le parole di Sergio suonano nella mente come canzoni fresche. La punteggiatura è singolare. Inizialmente può scompensare la lettura e invece poi la rendono per quella che è. Ogni riga ha il suo senso e può essere un mondo a se stante, ha un senso anche se non letta insieme alle altre.

"E' questo il mio inferno.

Detestare il presente.

Viverlo come una condanna.

Nel dubbio dell'innocenza.

E riconoscerlo come un ladro."

Il titolo, A passi rapidi, è il contrario di tutte le note del tempo dell'autore. Più e più volte ripete di muoversi a passi lenti dentro tutto quello che gli succede nel romanzo. Forse è la vita attorno che va a passi rapidi mentre lui, pur nel suo senso nichilista, la assapora e la odia lentamente.

La storia è perfettamente prospettica, l'inzio è il contrario della fine. Lo considero quasi un noir, per l'ambientazione in cui si viene trasportati durante la lettura e per il cuore nero del protagonista. Il libro è denso di sensi, di fatalismo e determinismo ma anche di logiche del riscatto. Forse è la gente che popola il mondo a stare stretta a Sergio.

La terra rimane un paradiso di cui apprezzare i cambiamenti, i cicli e i fenomeni.

Anche per chi si sente perduto ci può essere redenzione.

"- Ho scelto di amare ancora la notte.

- Perchè come te non riesco ad apprezzare...

- ... alcun mattino...

- ...senza aver vissuto prima l'alba."

Leggete la poesia che si nasconde dietro e dentro le parole di Sergio Cataldi.

Buona Lettura

Sarah

 

21.11.2012 19:54

J.L.Borges

L'immortale

Mi piace pensare che Borges sia riuscito con la sua penna a rendere immortale la sensazione della meraviglia.

Mi sembra alquanto riduttivo scrivere di Borges in una sezione dedicata a narrativa-romanzo, poichè Borges è oltre, è surreale e sul reale allo stesso tempo.

L'inzio del racconto, contenuto nella raccolta famosa dal titolo L'Aleph, è strano, intendendo per strano quella sensazione paranoica del "dove vuole andare a parare" l'autore. Poi ho capito che i racconti di Borges segnano il suo punto di vista, "nella letteratura tutto è finito".

I suoi racconti, anche se brevissimi, racchiudono mondi e puoi comprenderli solo dopo aver finito la lettura.

L'immortale mi ha lasciato di stucco.

E' un racconto semplice, la storia di un uomo che insegue il sogno dell'immortalità e quando lo raggiunge cambia la prospettiva che aveva usato per guardare il mondo intorno a se. Il suo viaggio lo porta verso la città degli immortali, là dove è possibile abbeverarsi alla fonte dell'immortalità.

La città degli immortali è una fotografia di una città perduta, fossile. "Questo palazzo è opera degli dei. Gli dei che lo edificarono son morti."

"In un tempo infinito agli uomini accadono tutte le cose", tutto ciò che in una vita assume significato nell'immortale diventa normalità senza senso.

E' il paradosso del vivere in eterno, della vita che non è più ciclica ma solo una linea retta senza fine.

Non esiste il giusto, il male, l'ingiusto, il benefattore, nessuna delle sfaccettature tipiche dell'essere umano effimero, solo l'indifferenza del tutto.

"Non esistono meriti morali o intellettuali".

Tutto diventa possibile lunga la vita dell'immortale, quindi paradossalmente il non fare diventa l'impossibile.

I sentimenti diventano poca cosa, gli immortali, dice Borges, diventano immuni pure alla pietà.

Qui assume consistenza la mortalità. Nella mortalità tutto assume i suoi confini, tutto si delinea perfettamente, tutto può avere inizio e fine. Il passato assume un senso e il pensiero del futuro dona la vertigine dell'ignoto.

Il concetto alto di Borges si concluderà nel ritrovamento del contrario, del pozzo della mortalità, che sarà ristoro nuovo per un vecchio immmortale.

Sarah

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Scrittrice per ArteMuse Editore

D & M Gruppo editoriale

L'intervista

09.05.2013 09:49
Con tanto orgoglio oggi vi presento un autore, Giacomo Bertoni, che scrive fiabe per bambini. Capirete, leggendo, che è una persona gentile, un autore attento e molto molto intelligente.     Ciao Giacomo,   - Si dice oggi che i bambini non leggano più ma il trend delle vendite dei...
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